LA CRIOCONSERVAZIONE DEGLI EMBRIONI, DEGLI OVOCITI E DEGLI SPERMATOZOI
La crioconservazione è una tecnica che consente la preservazione di gameti (spermatozoi e ovociti) o embrioni basata sulla vitrificazione, un tipo di congelamento ultrarapido. La vitrificazione viene eseguita dapprima trattando gameti ed embrioni con dei crioprotettori secondo particolari protocolli, in modo da prepararli al congelamento e favorirne la sopravvivenza, per poi portare le cellule alla temperatura di -196°C in una frazione di secondo. Lo stoccaggio avviene in piccoli dispositivi di plastica ionomerica collocati in apposite criobanche.
Gameti ed embrioni vitrificati possono essere mantenuti nelle criobanche, in azoto liquido a -196°C, in uno stato pressoché inalterato per decenni.
L’efficacia della crioconservazione ne ha enormemente sviluppato l’uso negli ultimi 10 anni, sia per tecniche di preservazione della fertilità, che per massimizzare i risultati di un trattamento di PMA. Affrontiamo di seguito i diversi casi in cui la crioconservazione può essere impiegata.
PRESERVAZIONE DELLA FERTILITA’
E’ un servizio per lo più svolto per quelle persone che devono subire trattamenti potenzialmente lesivi per le loro cellule riproduttive o che comunque vogliano conservare tali cellule per trattamenti futuri di Fecondazione Assistita.
- CRIOCONSERVAZIONE AUTOLOGA DEGLI OVOCITI
Il congelamento di ovociti viene effettuato per preservare le proprie cellule riproduttive che in certe situazioni possono subire alterazioni (terapie radianti e chemioterapie) o per posticipare una gravidanza (social freezing, ne parliamo approfonditamente in questo articolo) che in particolari casi può essere prematura rispetto a situazioni sociali o personali (carriera – familiarità di menopausa precoce – situazioni personali, ecc..) che corrono il rischio di far superare l’età nella quale la donna ha le migliori possibilità di concepire.
- CRIOCONSERVAZIONE AUTOLOGA DEGLI SPERMATOZOI
Il congelamento degli spermatozoi è fortemente raccomandato prima di sottoporsi a potenziali terapie lesive delle cellule riproduttive (chemioterapia, radioterapia). Qualora la terapia portasse a danni permanenti (es. azospermia – l’assenza di spermatozoi nell’eiaculato), la crioconservazione consentirebbe di avere messo da parte degli spermatozoi per ricercare una futura gravidanza.
La crioconservazione degli spermatozoi è raccomandabile anche in casi di seminale con parametri critici (numero, motilità) per mantenere un campione con delle caratteristiche sotto controllo qualora il quadro clinico dovesse peggiorare nel tempo.
CRIOCONSERVAZIONE DURANTE UN TRATTAMENTO DI PMA
La crioconservazione durante un trattamento di PMA può consentire di ottimizzare le chance di ottenere una gravidanza (o più) e può essere utilizzata in diverse circostanze, indicate di seguito.
- CRIOCONSERVAZIONE OVOCITI SOVRANNUMERARI
Nel caso in un trattamento di PMA si siano recuperati ovociti di buona qualità in numero superiore a quello stimato per completare il ciclo di trattamento, è possibile crioconservare gli ovociti soprannumerari.
Poiché, nonostante tutte le precauzioni, non tutti gli ovociti riescono a mantenere intatta la loro struttura dopo lo scongelamento, si consiglia la crioconservazione a quelle pazienti che abbiano almeno 5 ovociti. Questi potranno essere quindi utilizzati in un secondo tempo per un eventuale ulteriore tentativo di fecondazione in vitro evitando stimolazione ovarica e prelievo degli ovociti.
- CRIOCONSERVAZIONE DEL LIQUIDO SEMINALE
Nell’ambito di un percorso di PMA, la crioconservazione del liquido seminale è particolarmente utile in caso di difficoltà di raccolta prevedibile il giorno del prelievo degli ovociti, o nel caso di un seminale con quantità e/o qualità critiche di spermatozoi, per cui il campione congelato può essere utilizzato come backup in caso di peggioramento nel tempo delle caratteristiche del liquido seminale.
- CRIOCONSERVAZIONE DI EMBRIONI/BLASTOCISTI
Il congelamento degli embrioni in un percorso di procreazione assistita è una risorsa preziosa perché consente di mantenere pressoché inalterate le cellule per diversi anni. La sopravvivenza allo scongelamento delle blastocisti è particolarmente elevata (98-99%), dunque si tratta di una procedura molto ben tollerata e che non compromette, semmai aiuta in alcuni casi, le probabilità di riuscita del trattamento. I casi in cui si congelano gli embrioni sono principalmente due:
- quando gli embrioni non sono trasferibili nell’immediato. Questa situazione si verifica solitamente se il trattamento richiede di posticipare il trasferimento (es. diagnosi genetica preimpianto (PGT) – per consentire i tempi dell’analisi e la refertazione da parte del laboratorio di genetica), o per motivi di salute della donna (es. rischio iperstimolazione) in attesa di un momento più adeguato per il trasferimento.
- quando si formano più embrioni di quanti se ne vogliano trasferire. In tal caso, dopo aver effettuato un primo transfer a fresco, i cosiddetti embrioni soprannumerari possono essere crioconservati per permettere un ulteriore transfer nel futuro. Questa opportunità è particolarmente importante nel caso il primo transfer non vada a buon fine, ma anche nel caso si voglia ottenere in futuro una seconda gravidanza. Il vantaggio di avere degli embrioni crioconservati da parte consente di evitare le procedure iniziali del trattamento (stimolazione ovarica, prelievo ovocitario e inseminazione).