La coltura embrionale e lo sviluppo a blastocisti
La coppia viene informata costantemente dal laboratorio sullo sviluppo degli embrioni formati dopo l’inseminazione e in base all’andamento si discute quando effettuare il trasferimento in utero, e se, in alcuni casi, trasferire più di un embrione.
Nasce una vita
La formazione di un nuovo essere umano inizia con l’incontro di due cellule (gameti), una femminile (ovocita) e una maschile (spermatozoo) che normalmente si incontrano in un tratto delle tube della donna. Le tube collegano la cavità dell’utero con l’ovaio che è l’organo dove si formano gli ovociti. Gli spermatozoi, dopo un rapporto naturale, passano dalla vagina all’utero attraverso il canale cervicale che, in periodo ovulatorio, contiene del muco che può essere da loro facilmente attraversato. Alla fine dell’utero si trovano due piccole aperture (gli osti tubarici) che portano alle tube. Gli spermatozoi, dopo aver percorso tutto l’utero, si insinuano nelle tube per cercare di incontrare più avanti l’ovocita. Questo infatti, dopo essersi formato all’interno di un follicolo ovarico, si è liberato con lo scoppio del follicolo stesso ed è stato aspirato dalla tuba. L’ovocita è circondato da un gruppo voluminoso di cellule che lo rivestono (cellule del cumulo) e gli spermatozoi che vi si affollano attorno devono farsi strada attraverso queste cellule per arrivare al guscio (zona pellucida) che contiene la cellula uovo. Quando uno spermatozoo riesce ad attaccarsi con la testa alla zona pellucida, un enzima scioglie la sostanza di rivestimento e lo spermatozoo penetra attraverso la membrana perdendo la coda.La testa, che è il nucleo della cellula maschile, all’interno della cellula uovo si rigonfia e si sistema accanto al nucleo dell’ovocita. In questa fase l’ovocita fertilizzato prende il nome di zigote e mostra il segno caratteristico della fertilizzazione : due nuclei (detti più propriamente pronuclei), uno accanto all’altro,
che dopo alcune ore si uniranno per mettere in comune i loro cromosomi e formare quindi il patrimonio genetico del pre-embrione. La cellula fecondata inizia quindi la prima divisione formando un pre-embrione a due cellule che dopo alcune ore (16-20) diventerà a quattro cellule e quindi a otto cellule e così via. Ogni cellula diventa più piccola della precedente perchè lo spazio disponibile per il pre-embrione è sempre quello dell’ovocita originario che era ed è ancora racchiuso nel guscio rigido (zona pellucida). Dopo cinque – sei giorni il pre-embrione contiene dalle 100 alle 200 cellule, si forma una cavità all’interno dell’ammasso cellulare (stadio di blastocisti) e le cellule si dispongono a formare uno strato più esterno (trofoectoderma) e una massa cellulare interna che svilupperà l’embrione vero e proprio. A questo punto il pre-embrione si trova nella cavità uterina e la spinta interna delle cellule che si moltiplicano diventa tale da distendere la parete del guscio esterno (cioè della zona pellucida) fino a romperla e a far fuoriuscire tutto il complesso di cellule. Le sue cellule più esterne (trofoectoderma) si àncorano alle cellule della mucosa uterina, addirittura fondendosi con esse, e costituendo la camera in cui si svilupperà l’intero embrione. È in questo momento che l’embrione manda i suoi segnali all’organismo femminile, il più identificabile dei quali è la produzione di un ormone appunto detto “della gravidanza” : il beta-HCG. Dosando questo ormone si può quindi stabilire se è iniziata una gravidanza.